Silenti e sconosciuti ponti…di speranza

IDEA _ SPERIMENTALE INevoluzione   _   ispirata a   Un berretto pieno di speranze _ I ricordi di Vanda Bianchi – P Marchini

…con che diritto e cosa andiamo a cercare noi “vivi” tra le ingiallite pagine della RESISTENZA…???…

Spazio popolato dai raccontat (t) ori

Spazio dell’in (c) ontro

Spazio della rivisit (a) zione che si dipana attraverso ricordi lontani di un vissuto al femminile presente e pregnante, custodito dal tempo in scoloriti fotogrammi.

Spazio che trattiene sagome sperse in fumi di foschia lattiginosa, che immortala occhi abituati a veder nascere figli e a vederli morire; occhi instancabili a frugare, a scrutare, a ricercare il punto di giunzione, a bramare il ponte.

Spazio ponte fra colli e montagne, sopra fiumi e mari arrossati, fra genitori e figli, ognuno alla ricerca dell’altro in un circolo vischioso.

Spazio ponte legame fra noi e loro, per un sogno diverso che non rinnega le identità di chi ha vissuto, che trova risposte alle domande e che riporta alla speranza di quella vita onesta come prezioso ornamento di chi vive.

Spettacolo

nato da un incontro felice, fortunato, semplice (e non semplicistico)…

nato attraverso la fierezza dello sguardo di una donna “luminosa” con le fattezze e lo spirito di una ragazzina…

nato attraverso la voce leggera di Vanda, anzi della Vandina, che con quella sua particolare scioltezza a comunicare a raccontare ti affascina, tra le pieghe di un intercalare italiano e dialetto Castelnovese…

…sinonimo di volontà a entrare in empatia col “ personaggio ” Vanda che, metaforicamente, ha costituito un “ luogo ” neutro entro il quale determinare consapevolezza, rispetto al postulato che educare il sé aiuta l’individuo a identificare, adottare quei valori intrinseci e manifesti che lo guideranno nelle scelte, nelle relazioni e nel lavoro; che favoriranno il suo benessere personale, sociale, emozionale e spirituale.